Le streghe isolane di Macrina Maffei

LIPARI «Un tempo a Lipari c’erano le streghe che le chiamavano majare e da qua con le barche a volte andavano a finire a Spadafora, dicevano le parole magiche e scomparivano. E allora andavano a prendersi un battello per andarsene di notte a mare. E facevano “Vara per sette”. E questo battello partiva per sette. Si dice che una volta c’era una incinta e questo battello non partiva e allora dicevano “E come mai questo battello non vara per sette?”. E hanno detto. “Vara per otto” – perché c’era una incinta. E la barca è partita, si vede che c’era una incinta e non si sapeva. Andavano in Sicilia a divertirsi. Ma queste storie succedevano agli antichi, ai vecchi vecchi…».

« Il ritratto della strega che si compone con i racconti eoliani, ad una prima analisi – asserisce Macrina Marilena Maffei autrice del libro “La fantasia, le opere e i giorni”, pubblicato a cura del Comune di Lipari – è caratterizzato da una sovrabbondanza di elementi, non sempre conciliabili, talvolta addirittura in netto contrasto. Ciò in parte è spiegato dalla natura intrinseca della strega che, come hanno ampiamente dimostrato gli studi antropologici, è una figura ambivalente e contraddittoria poiché è legata ai conflitti e alle tensioni esistenti nella società… La strega eoliana non possiede i tratti demoniaci, pur concentrando in sé caratteri universali e peculiarità locali…

La strategia che la strega sceglie non è quella di recare danno alla collettività né di muovere i suoi attacchi al di fuori di essa. Piuttosto aggira l’ostacolo e, all’azione diretta, preferisce la tattica dell’andirivieni attuato di nascosto, all’insaputa di tutti. La sua azione cambia, però, nella forma ma non nella sostanza, perché essa, mettendo in discussione l’autorità maschile, cerca di mutare un rapporto sociale istituzionalmente già definito». Da una attenta analisi del territorio, della cultura, della storia e delle tradizioni popolari eoliane scaturisce questo interessante lavoro di studio e di ricerca che confluisce nelle avvincenti pagine del libro di Macrina Marilena Maffei, una eoliana di adozione ma lucana di origine; autrice di vari saggi di antropologia del mare e narrativa tradizionale.

La fantasia, le opere e i giorni” rappresenta un viaggio nella cultura folklorica del primo cinquantennio del secolo scorso attraverso storie di vita e di lavoro, memorie, credenze, formule magiche, fiabe raccontate dalla voce degli abitanti delle Isole Eolie.

La tradizione popolare è un interfaccia della cultura e della storia dei dotti; una linea parallela che si snoda su un percorso alternativo della Storia con la S maiuscola, di quella studiata sui grandi libri. Questa storia patrimonio della cultura popolare si “legge” dalla viva voce dei narratori che ricordano episodi di vita vissuta o tramandatagli dai loro padri o loro parenti, o amici.

E’ la storia che si racconta per il gusto di narrare episodi veri e vivi che tanto hanno fatto sognare, o fatto paura. Racconta l’autrice di aver incontrato una vecchia contadina analfabeta che da giovane, era appena sposata e in attesa di un figlio, fu colpita da una fattura a morte ordita da una vicina di casa. Come racconta nella storia di vita, venne salvata in extremis da una maga particolarmente abile e potente.

Il sapere magico terapeutico di questa contadina consiste nella conoscenza di due formule magiche, una contro il malocchio ed una contro i vermi, ma soltanto una può essere rivelata.

L’histariola per combattere il malocchio presenta due particolarità, ad esempio, non contiene un nucleo narrativo, e dopo il verso iniziale in cui si comanda al malocchio di andarsene, si snoda in un’alternanza di versi terminati con le parole: maledetto e benedetto”.

Carmelita Merlino