Il Fronte nazionale siciliano chiede l’introduzione del “SIMEC” contro il caro prezzi

PALERMO – Già non se ne parla più, come se la “caccia alle streghe”, o meglio la “caccia agli eretici” abbia avuto successo. Peccato che, in questa fattispecie, gli “eretici” siano milioni di persone vessate dai catastrofici effetti causati dalla malgestita introduzione dell’Euro nello Stato Italiano. La classe dirigente italiana non è infatti stata capace di porre in essere politiche preventive o almeno correttive di controllo e repressione del repentino innalzamento dei prezzi di beni e servizi d’ogni genere. Quando il sentore di un’impennata dei prezzi (e del costo della vita, cui non ha fatto fronte un aumento dei salari) si aveva già, netto e marcato, ben prima dell’introduzione della moneta europea.

Nei giorni scorsi, la Lega Nord ha avuto il merito (pur essendo una forza di governo, e quindi corresponsabile di tali guasti, e già pur sensibile all’altissimo valore simbolico che ha avuto la “fine” della lira) di riportare alla ribalta il problema, con la provocatoria (per quanto deputati e ministri leghisti abbiano promesso un “piano organico”) proposta di reintrodurre la Lira e parametrarla al dollaro statunitense (cosa che invero ha portato sul lastrico l’economia argentina).

Ma le scandalizzate reazioni, che hanno gridato al sacrilegio, di chi fino a pochi anni fa si opponeva alla fine della Lira ritenendola pressoché “immortale” (al pari degli Stati post-napoleonici, che in quanto fenomeni umani sono invece inesorabilmente destinati a morire) non hanno alcun voler pratico né propositivo, variando dagli effetti miracolosi che avrebbe avuto l’Euro sull’economia italiana (difatti nell’occhio del ciclone e sotto accusa da parte dei media e delle istituzioni europee) alla presunta impossibilità di recedere dall’Euro o addirittura di far parte dell’Unione Europea non accettando l’Euro come moneta (cosa già palesemente non vera, si veda l’esempio del Regno Unito), passando per il palliativo dell'”Euro di carta”.

A questa mancanza di profondità, di analisi, e di pragmatismo politico noi indipendentisti di lu Frunti Nazziunali Sicilianu rispondiamo in maniera attivamente propositiva suggerendo a tutte le realtà imprenditoriali, produttive e commerciali siciliane o che operano in Sicilia la pronta introduzione ed adozione dei “simboli econometrici di valore indotto” (simec), vale a dire una vera e propria moneta corrente di esclusiva e libera proprietà del portatore. La proposta (già oggetto delle attenzioni della stessa Lega Nord), elaborata negli scorsi decenni dal Prof. Giacinto Auriti, ha piena legittimità d’essere come dalle sentenze che hanno seguito il noto “esperimento di Guardiagrele”. Che non si concluse con le prevedibili (nella solite triste ottica della “persecuzione” degli “scomodi eretici”) denunce e sequestri dei multicolori (e meno falsificabili dell’allora vigente Lira…) biglietti emessi dal Sindacato Antiusura guidato dallo stesso Prof. Auriti, che così diede, senza scopo di lucro alcuno, una vigorosa spinta all’economia del comune abruzzese, portando al tempo stesso in primo piano il tema della “proprietà della valuta corrente”, che dovrebbe essere attribuita non alla BCE che poi la “presta” ai cittadini-debitori, ma ai cittadini-creditori stessi in quanto parte integrante dello Stato.

L’introduzione, diffusa e capillare, dei SIMEC in Sicilia, parametrandoli al valore delle “vecchie” Lire, consentirebbe in tempi rapidissimi una presa di coscienza dei Siciliani riguardo i loro soldi ed il relativo valore d’acquisto, contro le decisioni “italiane” autenticamente “calate dall’alto”, come in qualsiasi realtà coloniale, tanto in tema di Euro quanto in tema di “Trattato-Costituzione Europea” stilato dai professori, cristallizzato sugli Stati ottocenteschi e privo di alcuna possibilità di autodeterminazione né tantomeno di tutela linguistica e culturale delle nazioni europee represse, decisioni mai sottoposte al vaglio diretto dell’elettorato. Inoltre, tale introduzione consentirebbe a tutte quelle (e siamo certi essere comunque molte) realtà imprenditoriali, produttive e commerciali in buona fede di far valere il proprio operato non avendo nulla da nascondere innanzi ad un “doppio prezzo” che rispolverebbe i vecchi valori smascherando chi ha equiparato l’Euro alle mille Lire a non alle dovute 1936,27. In più, la nascita di questa autentica “Lira Siciliana” (che pure consentirebbe la riscoperta delle nostre antiche e mai sepolte misure monetarie) rappresenterebbe per la Nazione Siciliana ed il suo Popolo un importante volano economico ed un’autentica indipendenza monetaria, prodromo della prossima, effettiva e definitiva indipendenza politica.
Roman Henry C.S. Clarke
membro Segreteria Nazionale FNS