Piazza Armerina, illustrato il progetto “univoco” per tutelare il sito archeologico

PIAZZA ARMERINA – Lunedì 23 maggio, al Teatro Garibaldi di Piazza Armerina, in un confronto pubblico emblematicamente intitolato “Per una scelta condivisa”, una folta schiera di amministratori, ambientalisti e personalità dell’archeologia, dell’architettura e del restauro ha discusso di cosa si fa oggi, in Italia e nel mondo, per tutelare i beni archeologici. Di come si gestisca meglio, con la partecipazione e la condivisione, un progetto nel campo dei beni culturali. Di come sia giusto, indispensabile, che chi deve decidere decida, dopo avere percorso la strada del confronto e della dialogo.

L’architetto Meli, del Centro regionale per il restauro, ha illustrato la storia delle vicende della copertura e della mancata manutenzione della Villa. Ha quindi accennato all’incontro – che ha avuto luogo di recente a Palermo, presso l’Assessorato Beni culturali – con l’on. Alessandro Pagano, l’Alto commissario Vittorio Sgarbi, il direttore generale e il soprintendente Salvatore Scuto, proprio per concertare una posizione univoca e definitiva sulle questioni, sulle responsabilità e sui doveri di tutti i soggetti coinvolti. Meli ha espresso compiacimento per la decisione di coinvolgere il Centro regionale per il restauro, che possiede una ricca documentazione sull’evoluzione delle condizioni del sito della Villa romana del Casale e che ha elaborato diverse proposte operative, che ora vengono finalmente assunte dall’Alto commissario.

Sgarbi ha reso noto che in Assessorato è stato firmato un documento che afferma: “Il progetto per il restauro e la copertura della Villa romana del Casale sarà quello del Centro regionale per il restauro, arricchito da contributi di consulenti che egli nominerà, quindi, si manterrà la copertura ideata da Minissi con i necessari adeguamenti, si procederà subito al restauro dei mosaici; il progetto di copertura con una cupola approvato dal soprintendente di Enna non conta, non vale, non esiste e Scuto ha garantito leale collaborazione con l’Alto commissario; la decisione con le procedure considerate è compatibile con le scadenze previste per i finanziamenti europei”.

L’Alto commissario ha infine dichiarato che il tempo trascorso, malgrado i problemi, le ambiguità e le contraddizioni, è stato fertile e produttivo. Non ha però risposto alla richiesta di lavorare anche per l’istituzione del “Parco archeologico della Villa romana del Casale e del fiume Gela”, che proietterebbe su un più alto piano di organizzazione, di gestione e di risorse, il già noto e prestigioso bene culturale e ambientale della Sicilia centro-meridionale.

Oggi possiamo finalmente considerare conclusa una fase, un periodo convulso e rischioso di un bene storico, artistico e ambientale riconosciuto dall’Unesco patrimonio dell’umanità. Molti – in questi mesi – hanno offerto contributi, si sono impegnati: tra questi, sicuramente Italia Nostra.

Leandro Janni

Presidente Italia Nostra Sicilia