Domicilio conosciuto: il mare

MESSINA – Vogliono fare il giro del mondo, ma non in ottanta giorni.  Secondo le più rosee previsioni, ci vorranno almeno quattro anni perché due giovani sposini messinesi ripetano, sull’eco di Verne, l’impresa di Phileas Fogg. Intanto, da un anno e mezzo lo Stretto è diventato la loro culla: Daniele Del Pozzo, 28 anni, e Pina Di Pietro, 26 anni, hanno venduto tutti i beni «terreni» per acquistare un cutter di undici metri.
«Gulliver», come hanno battezzato la loro «casa» ballerina, è oggi ormeggiato al molo di Messina, che per la nautica da diporto è uno dei più ostili d’Italia. La fiancata sinistra dello scafo, costruito in acciaio su progetto Sciarrelli, porta ancora i segni di una lunga notte col mare in tempesta, quando è stato sballottato contro la banchina troppo alta: è avventuroso persino «scendere» sulla coperta della barca a vela, “targata” Napoli, con un albero di quasi quindici metri e una stazza di undici tonnellate.

«Qui le imprese di Fogar o del francese Bernard Moitessìer sembrano sconosciute. Noi siamo degli illustri “nessuno” e facilmente veniamo fatti “sloggiare”», afferma Pina Di Pietro che col marito è spesso costretta a fare armi e bagagli per spostare la temporanea residenza da una parte all’altra del porto a causa dell’arrivo di qualche nave.

«La gente che passa commenta immaginando che a bordo ci siano sicuramente dei ricchi scansafatiche con tanto tempo per viaggiare e divertirsi -afferma Daniele-. Io invece ho fatto tutti i mestieri, dal muratore al meccanico: oggi mi guadagno da vivere facendo il metronotte, mentre mia moglie Pina si è adattata a lavorare per un’impresa di pulizie. Per comprare la barca abbiamo dovuto vendere tutto ciò che possedevamo».

Una follia senza rimpianti, perché i due capitani di lungo corso sono contenti così, «liberi» e senza piedi per terra: per nulla al mondo sarebbero disposti a cambiare vita e cancellare il loro castello in aria. Inseguono il sogno di andare per mare sin dai tempi della scuola, quando si sono conosciuti, lei ancora quindicenne e lui diciassettenne: il loro tempo libero e le loro passeggiate finivano inevitabilmente per toccare il mare mentre lentamente maturava quel progetto impossibile per due ragazzini, di avere una barca come casa. Oggi ci sono riusciti e a giugno «Gulliver» mollerà gli ormeggi per il giro del mondo.

«II nostro itinerario, che abbiamo elaborato studiando le carte nautiche nei ritagli di tempo, prevede di fare immediatamente rotta per lo stretto di Gibilterra verso le isole Svalbard a nord della Norvegia. Quindi, dopo la traversata atlantica, faremo tappa ai Caraibi, poi verso il Sud America e attraverso lo Stretto di Magellano. Giunti nel Pacifico navigheremo verso est doppiando capo Horn e giù verso sud fino all’Antartide dove, nel mare di Ross offriremo un caffè ai componenti della base scientifica italiana».

Raccontato da Daniele Del Pozzo nel quadrato della sua barca-abitazione, il tour sulle orme degli antichi navigatori e con lo spirito dell’Ulisse «bello di fama e di sventura», sembra una passeggiatina romantica. In toni realistici, e con i mezzi di cui dispongono i due skippers e il cane  Piccolo, il viaggio si potrebbe allungare a dismisura.

«Se le nostre possibilità economiche non ci   consentiranno di fare i turisti a tutti gli effetti, saremo costretti a lavorare nei luoghi che toccheremo. E questa è la parte più avventurosa del viaggio  commenta Pina Di Pietro. Io spero che almeno all’estero le porte ci siano aperte più facilmente che a Messina: qui per riparare un’avaria e la fiancata ammaccata dello scafo ci siamo rivolti ad un grosso cantiere navale cittadino. Disposti a pagare, sia bene inteso, ma niente fare, non c’è spazio per navigatori e sognatori».

La coppia conta quindi sulle proprie forze, anche se un eventuale sponsor sarebbe il benvenuto.

«In fin dei conti andremo in giro per il globo a far conoscere un’immagine della Sicilia che spesso passa sottobanco: terra di marinai e di gente che sa rischiare e faticare per costruire qualcosa – afferma Daniele -. Noi non ci scoraggiamo, comunque, anche se siamo soli».

E a dare   qualche consiglio di tanto in tanto alla giovane coppia ci pensa Biagio Loffrida, un comandante del servizio rimorchiatori che discute con Daniele e Pina dei problemi in agguato ad ogni onda, basandosi sulla sua lunga esperienza di navigazione. Ma a giugno il capitano resterà sul suo rimorchiatore e passerà il testimone agli sposini che hanno «sposato il mare».

1991 – Francesco Venuto

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