Un guastatore tra i soldatini di Stagno

MESSINA – Per qualcuno è un marziano, ma solo perché è papà di ben tre bambini e di questi tempi non è di moda. Come un alieno, invece, è piombato nel Consiglio di amministrazione dell’Università, tra il fastidio del Rettore D’Alcontres e il disappunto dei rappresentanti di Cgil e Uil, che insieme hanno raccolto cinquanta voti meno di lui. Lui è Santo Crisafi, 45 anni, coordinatore provinciale dello Snals, uno dei sindacati più combattivi in seno al dinosauro-università.

E’ il sindacato che ha denunciato pubblicamente le assunzioni irregolari dei trimestrali, tanto per fare un esempio. Che la presenza di Crisafi nel consiglio dell’ateneo peloritano significasse “fine della festa”, lo ha capito subito il fino ad allora incontrastato rettore: un fatto curioso ma lampante è accaduto già alla prima seduta del neo consiglio, quando D’Alcontres ha rinunciato a stappare una bottiglia di champagne preparata per brindare alla prima riunione e al Natale imminente.

II primo Consiglio si è svolto il 22 dicembre dello scorso anno – ricorda Crisafi – Premetto che, dopo le elezioni, non mi sono comportato da “sindacalista duro”, anzi sono andato a salutare il rettore, con il quale ho avuto una distensiva conversazione sull’importanza dell’università. Nel corso di quel consiglio, invece, cominciarono le prime difficoltà: obiettai, ad esempio, per la mancanza di un ordine del giorno. Il rettore, dal canto suo, replicò dicendo che questo atto era di sua competenza. Per meglio comprendere lo scenario in cui ero stato catapultato, devo dire che ho trovato un consiglio praticamente plagiato: in pratica tutti erano inchiodati sulla sedia dallo sguardo dell’anziano professore. Forse è in questa fase che mi è servita la mia esperienza di otto anni di consiglio comunale a Villafranca Tirrena. Cominciai subito a contestare le proroghe di appalti per le pulizie, tutte con la data di scadenza al 31 dicembre, una situazione assurda. Da quando iniziai la mia battaglia, cambiò persino la durata dei consigli, che dalle solite due ore per quaranta punti all’ordine del giorno, andarono espandendosi sempre più a causa di controversie e richieste di chiarimenti. Per fare un esempio, bisognava concedere un contributo ad un istituto, io chiedevo: “Scusi Magnifico ma c’è una commissione che esamina la richiesta di contributo?” Se io lo avessi insultato avrebbe avuto una reazione meno violenta. In pratica doveva essere lui a decidere chi era il direttore d’istituto che meritava 50 milioni e quello che meritava 5 lire. Ha anche cercato di convincermi a lasciar perdere: “Dimentichi come è arrivato qui, noi dobbiamo amministrare” – mi ripeteva -, io sottolineavo che non ero stato nominato ma eletto, e ai miei elettori dovevo render conto.

Ogni volta dovevamo esaminare pile di carte. Allora io chiedevo: “Magnifico non è il caso di fare i pre-consigli per studiare meglio gli incartamenti” Alla terza richiesta disse: “II consigliere Crisafi è da tre volte che cita i pre-consigli. Votiamo che noi di pre-consigli non abbiamo bisogno”. Approvato all’unanimità, con il mio solo voto contrario.

Ciononostante, su di un bilancio di centinaia di miliardi, non sono riuscito a far passare nessuna mia richiesta, come la creazione di corsi di qualificazione professionale per il personale, oppure la realizzazione di una rivista universitaria, tutte cose previste dalle leggi. Tra le altre cose ciò che proponevo era di evidente interesse generale.

Poi si è arrivati alla rottura definitiva. In questo clima si è inserito il rinnovo della Commissione 808, – continua Crisafi – un organo che viene da una legge che ha trasferito molti poteri dal ministero all’università, ed è composto dal rettore, dal direttore amministrativo, due rappresentati del personale docente e due del personale non docente.

Arriva il decreto di nomina e lo Snals viene escluso in favore di Cisl, Uil, Cgil e Cisapuni. Basta fare un po’ di conti: 400 iscritti la Cisl, Uil 150, Cgil 150 e Cisapuni 100. Lo Snals ha 350 iscritti. Addirittura Cgil, Uil e Cisapuni avevano sostenuto ufficialmente il candidato arrivato secondo dopo di me, il consigliere Caci. Insomma, per me era diventata una battaglia di dignità, ma onestamente devo dire che non ho dovuto forzare la mano anche se ero deciso a farlo. L’unica forzatura che ho fatto è quella che mentre potevo limitare la mia azione ad una denuncia dei fatti al Tribunale amministrativo regionale, ho fatto anche quella penale.

E il rettore come ha reagito?

Ha reagito male quando ha visto il primo volantino che ho realizzato e distribuito, in cui si era riprodotto il decreto di nomina della Commissione 808, con un breve mio commento. Il rettore si precipitò a mandarmi una lettera in cui chiedeva spiegazioni su come avevo avuto il decreto (un atto finale). Per risposta scrissi che avrei dato eventualmente il nome alle autorità competenti. Pochi giorni e mi sono visto arrivare l’inizio di un procedimento disciplinare, per avere diffuso senza autorizzazione questo decreto e denigrato l’operato del rettore. C’è da sottolineare che io ho firmato il volantino da coordinatore provinciale del mio sindacato e non da dipendente dell’università.

Insomma una gaffe procedurale o un rozzo tentativo di intimorirla?

Credo che in cuor suo fosse convinto che il Tar mi avrebbe dato torto, invece l’organo di giustizia amministrativa in tempi stranamente brevi, il primo luglio, riconosce il “fumus” dell’illegittimità dell’atto e il danno del sindacato nella sua rappresentatività, Insomma il Tar ha accolto in pieno le nostre richieste,

E la giustizia penale?

Ancora non sappiamo.

E poi cosa accade?

La commissione non viene rinnovata. Ricorrono invece al Consiglio di giustizia amministrativa. Il ricorso viene respinto. A giorni aspettiamo notizie.

E dopo la tempesta giudiziaria che si è abbattuta sul rettore cosa è cambiato?

I sindacati che ora hanno chiesto le dimissioni del rettore, nel maggio scorso sono usciti con un documento in cui si leggeva che un rettore lungimirante come questo non c’era mai stato. Regalandogli quindi il pieno sostegno. Roba da far venire i brividi. Comunque molte cose sono realmente cambiate e giorno per giorno il consiglio ha già assunto un aspetto realmente democratico.

Ci sarà il ritorno del magnifico?

Il rettore dal primo novembre è in pensione. Lo stipendio glielo abbiamo sospeso solo dall’ 1 ottobre. Ormai non è più un dipendente fuori ruolo dell’università e il caso, quindi, diventa di natura politica. Il Ministero, secondo me, dovrebbe destituirlo, dal momento che è rinviato a giudizio per una serie di fatti incredibilmente gravi. Il fatto che non voglia mettersi da parte, al contrario di altri che con molto meno lasciano il loro posto, può solo frenare lo sviluppo dell’università in un momento delicatissimo.

Santo Crisafi oggi, nonostante le vittorie sul campo, non brinda con lo champagne a cui ha rinunciato l’ex grande capo dell’università. Se ha vinto una battaglia, complice anche una situazione ambientale in continua evoluzione, in altri tempi ha dovuto inghiottire qualche boccone amaro.

Da sempre impegnato in politica, il suo primo comizio lo ha tenuto a diciassette anni, è stato bocciato, dopo otto di consigliere, dall’elettorato del suo comune di appartenenza, Villafranca Tirrena, che ne vantava le doti di oratore e i propositi durante i suoi interventi dai banchi dell’opposizione, ma poi correva a votare il nuovo che si affacciava e che era rappresentato da Vincenzo La Rosa, ultimamente finito nelle maglie di tangentopoli e carcerato per un lasso di tempo spropositato, se confrontato con analoghe vicende a livello nazionale.

Appartenenza politica di Crisafi? Il Movimento sociale di Almirante, quello dei grandi oratori che facevano esaltare le piazze gremite spesso anche di cittadini con diverse opinioni politiche. Oggi che la fiamma si è riaccesa, Santo Crisafi non si riscalda e guarda con simpatia a Leoluca Orlando e alla Rete. Sicuramente si identifica in uno schieramento progressista.

Gennaio 1993 – Francesco Venuto