Salina, Alla ricerca del tenente Wolf

MALFA – Nel’57 gli zii materni salvarono e diedero ospitalità ad un pilota americano caduto in mare a causa di un incidente aereo. 44 anni dopo, il nipote Gaetano Saltalamacchia ha chiesto all’Ambasciata americana notizie di quel naufrago che per molti anni continuò a scrivere ai suoi “angeli custodi” di Malfa.

Tutto accadde alle prime ore dell’alba del 30 giugno 1957: il tenente della Marina Militare Americana Edward F.Wolf, ormai allo stremo di forze, a bordo di un canotto riuscì a raggiungere la spiaggia di Malfa, a nord delI’isola di Salina. Aveva trascorso tre giorni in balia delle onde. II suo aereo, durante una esercitazione, si era scontrato con un velivolo italiano. L’ufficiale americano fece in tempo a catapultarsi fuori dall’abitacolo dell’aereo cadendo in mare aperto insieme al canotto di salvataggio. A bordo del quale trascorse tre giorni e tre notti sballottato dalla corrente in attesa dei soccorsi che non arrivavano. Da lontano aveva intravisto le luci di una nave che si allontanò senza notare le sue segnalazioni.

Quando aveva perso ogni speranza di salvezza, con le forze che stavano per abbandonarlo, la domenica mattina del quarto giorno di deriva in mezzo al mare, intravide le luci delI’isola di Salina. Un miraggio: dando fondo alle ultime energie raggiunse il porticciolo di Malfa. Da qui arrivò alle prime abitazioni del paese bussando alla porta di Emidio e Concettina Capezza. I due malfitani (zii di Gaetano Saltalamacchia) assieme al loro vicino di casa, Biagio Farchi, soccorsero e rifocillarono il naufrago, chiamando subito il medico condotto dell’isola che prestò le prime cure alI’ufficiale americano. II giorno dopo, lunedì, giunse al largo di Malfa il cacciatorpediniere “Kennedy” per prendere a bordo il tenente Wolf. Una breve sosta per poi ripartire per Napoli. Tutto sembrò finire lì.

Una settimana dopo, l’11 luglio1957, la stessa nave della Marina Militare Americana fece invece ritorno a Malfa. II comandante del cacciatorpediniere, capitano Maddok, e il commodoro Williams K. Parsons, comandante dell’ottava squadriglia cacciatorpediniere, scesero a terra con I’intero stato maggiore. Si tratte di una missione di ringraziamento: per le autorità, per la popolazione e, principalmente, per i coniugi Capezza, che subito si prodigarono per i soccorsi al tenente Wolf . Nella piazza della chiesa delI’Immacolata il comandante Parsone fece un bel discorso di gratitudine donando al paese una targa ricordo in bronzo che fu poi sistemata nella medesima piazza.

Inoltre consegnò al vice sindaco, Giovanni Randazzo, una pergamena con un pacchetto di dollari per scopi sociali e quattro casse di materiale sanitario per l’ambulatorio medico. Nel pomeriggio i marinai del cacciatorpediniere distribuirono gelati e panini in abbondanza all’intera popolazione malfitana. Nella stessa serata la nave si allontanò dall’isola salutando la gente de paese con diversi sibili di sirena.

II tenente Wolf, divenuto maggiore e consigliere del Presidente alla Casa Bianca, mantenne i contatti con i coniugi Capezza sino a quando sono rimasti in vita.
Antonio Brundu

Pubblicato per la prima volta on 01-01-2002