Messina, Quattro medici per strada

MESSINA – A Messina ci sono ogni notte solo quattro medici di guardia. Nei giorni festivi sono dodici, ma nella migliore delle ipotesi, considerando che d’estate molta gente è fuori città, il rapporto medico paziente è di uno a ventimila. Il medico di famiglia va in ferie e i suoi assistiti il più delle volte si aggrappano alla guardia medica. A Messina ha sede in via Cesare Battisti, angolo via Camiciotti (e non «Canicattì», come riporta l’elenco telefonico n.d.r).

Fuori neanche un’insegna che ne indichi la presenza. Dentro si avverte un’atmosfera da smobilitazione: locali angusti, armadietti ed altri arredi ancora imballati nell’atrio. Sulla cornice di una porta avana si legge «visite». All’interno c’è uno dei quattro medici di guardia i quali ogni sera timbrano il cartellino alle 20 per attendere un segnale, un «S0S» lanciato da qualcuno che ha bisogno di loro, e che può arrivare da qualsiasi posto della città.

C’è un solo apparecchio telefonico e spesso la vita di una persona in difficoltà è legata a quel filo, che viene sballottato a destra e a manca tramite una prolunga di fortuna.
«Lavoriamo in un ambiente da terzo mondo, igienicamente scadente, degna cornice del disinteresse in cui versa la guardia medica in città – afferma il dottore Gino Somà, 37 anni (nella foto sopra assieme agli altri colleghi citati nell’articolo), da dieci impegnato nell’espletamento di questo servizio -. Qui sono concentrate le guardie dei vari settori di Messina: centro-sud, sud, centro e nord. La fusione di tutte le zone in questa unica sede si è resa necessaria per ovviare al problema della sicurezza: era difficile trascorrerla notte da soli con le frequenti visite dei tossicodipendenti e dei malviventi in genere».

L’unione fa la forza e per rafforzarla ancora, proprio in questi giorni, le due ampie porte di legno e vetri hanno altrettante saracinesche elettriche come protezione.
Negli ultimi tempi ci sono stati una serie di furti: dai medicinali al televisore, al frigorifero. Di recente è stata rubata l’automobile ad un medico, la dottoressa Berlinghieri. Intanto il telefono squilla e di volta in volta viene chiamato il responsabile della zona.

Un paziente entra, nelle mani un elenco di medicinali di cui vorrebbe la prescrizione. Dopo un po’ inizia a grattarsi le gambe. Problemi dermatologici o il ballo di San Vito?
«No, ci sono molte zanzare qui dentro», risponde seccamente. «La gente ci chiede di tutto e spesso dobbiamo sostituirci anche al telefono amico – dice ancora il dottore Somà – cinquanta telefonate a notte dai problemi di marito e moglie dopo un litigio, a quelli di stitichezza avvertiti alcuni minuti prima nel bagno, fino all’infarto».

E il rischio di un infarto è stato l’oggetto dell’ultima telefonata ricevuta. Il tempo di abbassare la cornetta e il medico deve attivare la procedura per rintracciare l’autista che dovrà condurlo a casa del paziente. Tutti attendono che arrivi. Passeranno venti minuti prima che un signore in camicia blu si presenti nella sede della guardia medica, e altrettanti saranno necessari per raggiungere la casa dell’ammalato. Giuseppe Alderucci, 35 anni, in via Camiciotti ci lavorerà per soli tre mesi, ma ha lavorato in identiche strutture della provincia: «Pagliara e Scaletta sono ben attrezzate, ad esempio, la stessa cosa non si può dire di Furci Siculo». A proposito di attrezzature: la guardia medica dovrebbe essere dotata di farmaci di pronto intervento, almeno una bombola d’ossigeno, il pallone tipo «Ambu», cannule orofaringee ecc.

Se tutto questo c’è nella struttura di Messina deve essere ben nascosto perché in un angolo si intravede solo una bilancia ancora imballata.
«I farmaci li portiamo da casa noi – afferma ancora Somà – come del resto i piccoli strumenti del mestiere; comunque siamo in grado di assistere l’ammalato nell’intervento-tampone che ci è richiesto per contratto». Quest’ultimo tasto è meglio non toccarlo: un “guardista” guadagna poco più di un milione al mese. Considerando i guadagni dei «mutualisti» c’è poco da rallegrarsi. Poi si mette in mezzo pure l’opinione pubblica che li considera un gradino sotto il medico di famiglia. Ma a torto: i quattro medici incontra nella sede messinese sono in possesso di specializzazione e di una buona esperienza maturata in ospedale.

«Non ci sentiamo inferiori a nessuno», ripetono in coro. «Riceviamo molte telefonate di anziani in difficoltà, specialmente d’estate – afferma il dottore Giovanbattista Bruni – loro sono le categorie di pazienti che avvertono maggiormente il disagio dell’assenza del medico della mutua. Ma anche della solitudine in cui piombano. Poi ci sono le persone ansiose quelle a cui vanno somministrate le gocce di “Valium” o una fiala di calmante quando sono in piena crisi». La guardia medica, specialmente in provincia, dove è più difficile raggiungere una struttura ospedaliera, diventa in molti casi il primo pronto soccorso.

«L’estate si distingue per il tipo di interventi richiesti – spiega Bruno Camera, 33 anni (nella foto a destra), in servizio presso la guardia medica di Brolo. Innanzi tutto sono ricorrenti i malesseri causati da una prolungata
esposizione, al sole: dalla cefalea, all’astenìa, cioè l’esaurimento fisico, fino al colpo di calore, quando aumenta la temperatura corporea, che può giungere ai quaranta gradi, si blocca la sudorazione, la pelle è calda ed asciutta, si avverte molta sete e si può addirittura giungere al coma. In questi casi il paziente va posto in un ambiente fresco e ventilato, si raffredda il corpo con spugnature di acqua fredda o con una doccia, si effettuano delle fleboclisi reidratanti»

Non mancano i casi di eritema solare e le ustioni: le spiagge assolate delle località balneari «procurano» molti pazienti alla guardia medica. Anche per questo in alcuni centri presi d’assalto dai vacanzieri sono state istituite le guardie mediche turistiche, funzionanti solo nel periodo estivo.

«Capita ancora il pescatore o lo sprovveduto dilettante che richiede l’intervento del medico – per una puntura di “Tracina:” – piega il dottor Bruno Cammera -. Non tutti sanno che quel tipo di pesce ha un aculeo velenoso. Più rari invece i morsi di vipera per chi ama andare in collina, mentre non si risparmiano gli interventi per intossicazioni alimentari, dovute all’assunzione di cibi andati a male, in genere creme come panna e maionese, o alle grandi abbuffate che allietano le nostre serate estive. Una nota che caratterizza Brolo è l’alcolista del sabato sera. In genere si tratta di giovani provenienti dai paesi limitrofi, come Gioiosa Marea dove si è alzato un po’ il gomito andando a ballare o si è esagerato con il divertimento con gli amici». La guardia medica di una zona periferica come Brolo sta meglio di quella di Messina: ha in dotazione i farmaci di pronto intervento e tutti gli strumenti necessari. Il medico però deve recarsi personalmente all’Usl per approvvigionarsi di medicinali, e fuori dall’orario di servizio.

1990 – Francesco Venuto