PALERMO – E calato il sipario sulla kermesse che per due serate consecutive ha visto gli allievi del Centro Danza Nancy impegnati in quello che riduttivamente viene definito un saggio annuale, e che segna il trentaduesimo anno di attività di questa donna di ferro e della sua scuola di Danza : un concentrato di esperienza, professionalità, puntiglio, forza di volontà, impegno e dedizione totale. Insomma, in una sola parola : Nancy…
Si è trattato di spettacolo a tutti gli effetti, con costumi elaborati di grande effetto e coreografie suggestive. Ma di certo tutto ciò non costituisce una novità : Nancy infatti ha abituato Palermo ed i palermitani a questo genere di spettacolo. Da anni Nancy sa regalare a Palermo serate di Gala di tutto rispetto, fornendo anche un aiuto concreto alla ricerca : anche questanno una parte dei proventi delle due serate è stato devoluto in beneficenza in favore dell Ail lAssociazione Italiana Leucemie affinché viva la speranza che tutti possano brindare alla vita, per dirla con le parole di Nancy. Ruolo importante anche quello dell OSS l Orchestra Sinfonica Siciliana che ha concesso luso del Teatro Politeama per lallestimento dellevento.
Peccato però che i palermitani abbiano perso il senso di cosa significhi soirèe e soprattutto di cosa sia una prima in un Teatro che fino alla vigilia della riapertura del Teatro Massimo è stato il primo teatro di Palermo, e per oltre 24 anni.
Proprio no: non si sgranocchiano patatine sulle musiche di Chopin. Non si fa neanche a cinque anni detà: figuriamoci poi se gli anni sono ben più di una quarantina. E non si rientra in sala – dopo lintervallo – cinque minuti dopo il terzo tocco di campane, disturbando la visione dello spettacolo, né tantomeno si bisbiglia dentro ad un cellulare che a quanto pare non può essere spento proprio mai.Una serata sulla quale si è versato tanto sudore e impegnata tanta vita, alla quale sono affidati tanti sogni e tante speranze, non merita di certo patatine o magliette da spiaggia, o spettatori in ritardo o affaccendati in conversazioni assolutamente futili e derogabilissime. Lunica nota stonata di una serata da stelle : che infastidisce tanto di più proprio perché è lunica stonatura. Proprio perché è la forma mentis del palermitano: che non tratta bene ciò che ha.
Ma andiamo ai contenuti : ai balletti.
Belli: tutti.
Performances da professionisti.
Il pezzo di punta della serata è stato uno struggente Notre Dame de Paris- la cui coreografia è stata curata dell applauditissima Cinzia Ammavuta – con interpretazione ben più che convincente da parte di tutti gli artisti : straordinaria Giada Sorrentino nel ruolo di Esmeralda e sublime Federico Vitrano, nel ruolo di uno stupefacente Quasimodo.
Al di la dei passi di danza è stata linterpretazione dei ruoli che ha fatto tremare le vene ai polsi e stretto un nodo alla gola: come dire che un bravo ballerino deve anche sapere recitare, deve saper fare vibrare, commuovere, piangere. Deve far provare la voglia di urlare. E il corpo di ballo che ha interpretato questo capolavoro – recentemente trasformato in musical dal testo di Victor Hugo – ha soddisfatto appieno ogni aspettativa.
Ma le annotazioni di carattere tecnico, seppure meritorie e meritate , rendono sterile e forse troppo pragmatica una serata da sogno in cui tutto è stato perfetto.
Un mix di classico e moderno, snodato con disinvoltura nel corso di tre ore di spettacolo, che ha abbracciato tutte le generazioni con i relativi gusti musicali. Un volo pindarico da Chopin a Madonna, amalgamato alla perfezione. Uno splendido Footloose con un caleidoscopio di costumi azzeccatissimi. E che dire dei piccoli? Da Aria di Primavera alla Tarantella Siciliana,alla Czardàs , le bimbe ancora un po incerte hanno raccolto applausi a piene mani : laddove dai grandi ci si aspetta perfezione tecnica e rigore nellesecuzione, nei confronti dei piccoli vince il senso di tenerezza. Commuove il comprendere lemozione di bimbe di appena quattro anni difronte ad un pubblico e ad una sala gremita. Ma anche le piccole, così come i grandi, non hanno sbagliato nulla : del resto la scuola è quella, dove nulla è lasciato al caso.
La scuola è quella che vive e progredisce da trentadue anni e che è punto di riferimento fisso per chi voglia imparare la danza impararando ad amarla : la scuola è quella di Nancy, una donna che ha coronato il sogno di una vita pagando prezzi altissimi. Rinunce, sacrifici., autodisciplina, fatica, notti insonni, tensioni, attese, ansie: e quanta stanchezza
Ma quanta soddisfazione e quanta gioia stasera su quel palco.
Il Gran Finale ha prodotto una doverosa standing ovation : un teatro gremito di gente in piedi che non smetteva di applaudire una bellissima donna in taffetas rosso fuoco che si inchinava al pubblico e poi alle sue allieve, quasi sfiorando il parquet con la fronte. Un gesto bellissimo e straordinariamente commovente, così come linchino ai piedi di Mamma Milena : preziosa in quanto mamma, se non altro, ma anche in veste di insostituibile braccio destro di cotanta figlia. Un compito non facile assolto al meglio delle possibilità e dellenergia : e Nancy, la figlia, si inginocchia davanti alla madre e le bacia la mano.
Questo fa venire le lacrime agli occhi a tutte le madri e a tutte le figlie: quindi ad almeno tre quarti del pubblico presente in sala.
Una serata indimenticabile in una Palermo accarezzata da una brezza fresca carica di profumi nuovi che solo questa città sa offrire , con la voglia di cantare alluscita del teatro e di guardare su verso le stelle di cui il cielo era pieno. Una però era tra la gente. Ed indossava un bellissimo abito in taffetas rosso.
Alessandra Verzera
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