La Chiesa di Ginostra ha la sua campana. E’ un regalo dell’ex ufficiale postale

STROMBOLI – La chiesa di Ginostra ha finalmente la sua campana: è un regalo di Antonino Criscillo, un ex ufficiale postale in pensione originario dell’antico borgo nell’isola di Stromboli. Criscillo probabilmente non la sentirà mai suonare perché, nel frattempo, hanno demolito il campanile e nessuno pensa di ricostruirlo. Ginostra è fatta di questi paradossi: la parrocchia è retta da un prete australiano, Don Diego Lamaro (ed è già un miracolo avere un prete) che sino ad oggi per chiamare i pochi fedeli a raccolta si ostina a far del male ad una vecchia campana, risalente agli anni Venti, che sei anni fa si è aperta in due. Adesso produce il suono di un pentolone battuto da un martello.

Antonino Criscillo, che ora vive a Lipari, quando ha pensato di donare la campana alla sua chiesa aveva in mente anche un altro particolare: a Ginostra un pezzo di bronzo forgiato può significare anche la salvezza dei suoi compaesani perché, dove non c’è la corrente elettrica, una campana è utile per dare l’allarme se il vulcano si fa minaccioso, o anche solo per chiamare la popolazione a raccolta per tirare le imbarcazioni a secco in caso di improvvise mareggiate notturne. Criscillo per acquistare la campana ha speso cinque milioni dei suoi risparmi, ma il suo è stato anche un atto d’amore verso la sua gente. Far arrivare la campana dall’Emilia Romagna e poi sbarcarla a Ginostra è stata un’impresa. Per alcuni giorni è rimasta sul molo perché non c’erano abbastanza uomini per trasportarla in alto dove c’è la chiesa, lungo le ripide e scoscese scalinate. Uno sforzo inutile dove il silenzio regnerà ancora per molto.

Gianluca Giuffré