“La ballata di Pasquale Bruno”, i Malanova rinnovano un mito che resiste da quasi due secoli

 

VILLAFRANCA TIRRENA – Un mito che resiste nel tempo, un gruppo musicale etnico che riscuote l’interesse delle piazze italiane, uno scenario da favola. Sabato 16 aprile, alle 18, nell’ambito della Settimana della Cultura al Castello di Bauso (vecchia denominazione di Villafranca Tirrena in provincia di Messina), i Malanova presenteranno l’anteprima de “La ballata di Pasquale Bruno”, un brano inedito (testo e musica di Pietro Mendolia) dedicato al brigante di Val Demone, discusso personaggio ottocentesco raccontato in un romanzo di Alessandro Dumas padre.
Lo scrittore francese, in un certo senso, ha internazionalizzato la storia di un personaggio conosciuto in tutta la Sicilia e nel Meridione. Perché Pasquale Bruno era già oggetto di ispirazione musicale e teatrale: si occupavano delle sue gesta i cantastorie nelle piazze e i pupari girovaghi nei loro teatrini . Del resto Dumas aveva saputo della storia di Pasquale Bruno da Vincenzo Bellini, nel corso di una serie di conversazioni nei salotti parigini. L’autore de la Norma a sua volta l’aveva appresa da un musicante ambulante catanese. Quindi l’interesse dei Malanova per “Pascali Brunu” della stirpe degli “Zuzza” riporta alle origini la stessa costruzione del mito.

Ma chi sono i Malanova?

Per chi non s’intende di cose siciliane va detto che Malanova non è solo l’unione delle parole dialettali “Mala” e “Nova”, cioè cattiva notizia. “Malanova” è come “Minchia”: è una maniera tutta sicula di enfatizzare una domanda, esprimere sorpresa, indicare irritazione. Quindi Malanova è un sostantivo meno “malo” di quanto si possa immaginare. E non deve stupire il fatto che possa essere stato adottato come nome di un gruppo di musica popolare. Portandogli peraltro fortuna. Per chi vuole approfondire le informazioni su questo interessante gruppo musicale basta cliccare qui