Gli hobbies dell’estate: torturare gli animali

PALERMO – Il tempo estivo ognuno lo passa come può e come sa fare. Alcuni lo trascorrono nell’ozio dei bagni di sole, altri fanno le valigie e partono alla volta di mete esotiche. Altri, disperati, restano a casa ed ingannano il tempo delle ferie torturando gli animali…

E così capita di vedere, non soltanto lo squallido ed ormai finalmente penalmente perseguibile fenomeno degli animali di casa lanciati sull’asfalto da auto in corsa verso le mete di villeggiatura, ma anche una cucciolata di gattini di poche settimane torturati per il gusto di farlo.
Quattro, in fila indiana e mamma gatta in testa, alla ricerca di cibo e coccole.
Mamma gatta non è riuscita a proteggere i suoi piccoli da una barbarie inaudita e totalmente immotivata: forse era andata a cercare una lucertolina o un topino di campagna da portare ai suoi piccoli per allenarli all’arte della sopravvivenza, alla caccia.
Li ha ritrovati pieni di “piercing” artigianali.
Si, perché qualche idiota aveva visto i gattini incustoditi, si era armato di spillatrice ( si, proprio come quelle che si usano negli uffici per spillare insieme documenti e fogli) e si È divertito un mondo a “spillare” i gattini: dalla coda alle orecchie.
I micetti sono sopravvissuti tutti ed hanno anche trovato casa e padroni amorevoli che se ne sono presi cura: ma che scena pietosa…
Una scena vergognosa, soprattutto in considerazione del fatto che una tale barbarie È stata a quanto pare posta in essere da un dodicenne di buona famiglia.
Quali mostruosità albergano nell’animo di un adolescente in grado di compiere gesti vergognosi come quello in questione?
Preoccupante, oltre che disgustoso.
Non si vorrebbe pensare una cosa tanto orribile, ma il pensiero mi preme dentro la scatola cranica: la tortura di animali indifesi È il “banco di prova” che un aspirante “picciotto” di mafia deve affrontare per provare ai capi che lo dovranno arruolare di essere feroce e spietato quanto basta da non avere alcuna esitazione nel fare del male a soggetti del tutto inermi.
Storica rimane la scena del film “Pizza Connection” in cui l’ affiliando È stato chiamato a sparare ad un puledrino dopo averlo guardato negli occhi mentre pascolava : l’aspirante “picciotto” non ce l’ha fatta. Proprio perché la violenza verso un animale con cui in nessun caso possono esistere ragioni di rancore, odio e vendetta personali, ripugna nel profondo persino chi coltiva come aspirazione di vita quella di diventare un killer di mafia.
Chi tortura un animale, peggio ancora un cucciolo, È un elemento potenzialmente pericoloso : e, nel caso di un ragazzino, i genitori non dovrebbero liquidare la questione come una “bravata”.
Non si capisce infatti dove risieda la bravura nel compiere un gesto che dovrebbe solo suscitare vergogna.
Peggio che mettere cuccioli nei cassonetti: un gesto estremo che magari può trovare una giustificazione nell’enorme proliferare di cani e gatti randagi e nell’impossibilità di occuparsene e di alimentarli tutti. Certo il sopprimerli non È una giustificazione: ma almeno un movente può esistere.
Ma acciuffare gattini che giocano da soli, senza infastidire alcuno, e martoriarli di spille È un fatto disgustoso.
La legge finalmente ha recepito questo concetto importantissimo che consiste nell’obbligo del rispetto della vita, anche quella animale, e punisce con la detenzione ed ammende pecuniarie salate chi maltratti o cagioni danni volontari ad un animale.
Però per i “randagi” si fa ancora molto, troppo poco.
Il caso dei gattini “spillati” ( uno dei quali è stato chiamato “spillino”, nda) è un caso a lieto fine: ma per uno che si conclude felicemente altri finiscono molto male. Gatti accecati, cani nutriti con polpette avvelenate : quando va bene, almeno muoiono subito e non soffrono più di tanto… Ma esiste anche la storia di Kira, una cagnona del tutto simile ad un pastore abruzzese, nutrita con una polpetta al cui interno era stato piazzato un potentissimo petardo: che le È esploso in bocca frantumandole mascella e denti. I guaiti disperati di Kira ed il buon cuore della maggior parte dei palermitani… Kira è stata raccolta, soccorsa ed operata a costi elevatissimi sostenuti da cittadini comuni e da operatori volontari dei rifugi palermitani che fanno già tanta fatica a sbarcare il lunario. Sarebbe stato più facile sopprimere Kira: sarebbe costato di meno. Ma chi ama gli animali li vuole salvi: e li vuole salvare. E così Kira è stata sottoposta a delicati interventi di chirurgia plastica maxillo facciale e la sua mascella devastata È stata sostituita da una protesi. Il risultato È stato un cane deturpato ma vivo ed in grado di continuare ad alimentarsi. Kira ha vissuto molti altri anni felici ed è poi morta alla fine del suo tempo biologico.
Ruggine, affezionatissimo cane di quartiere, È stato più sfortunato: freddato da un colpo di pistola mentre dormiva nel cortile di quel condominio in cui aveva trovato tanti amici e tanto cibo.
Storie vergognose ed indegne di un popolo che osi definirsi civile ma che dimostra, nella totale mancanza di rispetto nei confronti della vita animale, di essere lontana ancora anni luce dal concetto di civiltà .

Alessandra Verzera

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