Faccia da Referendum: un rompicapo di cui ben pochi hanno capito le “istruzioni per l’uso”.

PALERMO – Diciamolo senza peli sulla lingua. Della vicenda referendaria ci hanno capito in pochi.
Sicuramente le classi meno istruite sono in preda allo sconforto : un Referendum ha un senso solo se è comprensibile ai più. Ma se si rivolge soltanto a menti eccelse di medici e scienziati, allora il risultato è facilmente prevedibile. E poco obiettivo…

In sostanza si tratta di questo, in soldoni : votare “NO” significa rendere più ampie e più elastiche le applicazini scientifiche sull’embrione umano.
In soldoni ancora più soldoni, il “NO” consente alla scienza di manipolare a proprio piacimento – ma sempre con il dovuto consenso delle “cavie umane” – gli embrioni umani senza tuttavia riconoscere loro il diritto alla vita.
Attualmente le leggi in materia sono piuttosto rigide : e personalmente credo che sia opportuno che restino tali. Ma non tenete conto di quello che dico io, per amore di Dio ( a proposito di Dio: chissà cosa voterebbe Lui. Un’ideuzza io ce l’avrei..)
Forse, se dovessi proprio esprimermi, esprimerei un “NO” soltanto rispetto al quarto punto in esame, e cioè quello che riguarda la fecondazione eterologa: e cioè quella modalità che consente alle coppie sterili di ricorrere alla “donazione” di sperma ed ovuli da parte di terzi, in regime di totale anomimato e senza alcuna prospettiva di rivendicazione da parte del donatore sul figlio concepito da terzi con il suo sperma/ovulo.
Su questo sarei elastica perchè riconosco alle coppie sterili la necessità talvolta vitale di colmare un’ambizione genitoriale: e laddove ciò non possa avvenire per le vie naturali canoniche non trovo riprovevole il ricorso ad un “aiuto”. Lo ritengo plausibile perchè non comporta alcuna manipolazione genetica nè l’uso delle cellule dell’embrione per scopi scientifici.
Sono contraria a congelamenti, a nascite di figli posteriori alla morte dle padre e roba del genere. Assolutamente contraria. Trovo che già la legge vigente sia sufficientemente disinvolta, perlomeno per quello che è il mio modo di vedere.
Temo che acconsentire alle manipolazioni possa dare la stura al processo di clonazione umana: che è una cosa che, irrazionalmente, mi inorridisce.
Ma la gente è confusa : crede che votando “SI” tutto cambierà. Ed invece è l’esatto contrario: è il “NO” ( o, al limite, l’astensione) che modifica la legge 40 attualmente in vigore. Il “SI” conserva intatti tutti i punti di quella legge.
Io sono una donna che vive nel suo tempo ma che cerca di stargli dietro: qualche volta a fatica. Sono per molti versi “tradizionalista” ed anche alquanto fatalista. Così come sono contraria all’accanimento terapeutico in caso di malati terminali, sono contraria all’ accanimento del concepimento: se questo è morfologicamente, geneticamente e biologicamente impossibile da conseguire. Non solo: per me un embrione è vita. Mia figlia aveva già un nome ( un nome neutro, visto che non potevo ancora conoscerne il sesso) sin dalla prima settimana dal concepimento. Se la mia gravidanza non fosse arrivata me ne sarei fatta una ragione. Allo stesso modo, se avessi avuto un figlio ammalato, non ne avrei concepito un altro per curare con le sue cellule il primogenito ammalato. Lo trovo contro natura: non mi si chieda un perchè razionale, perchè in questi casi molto più che in tanti altri, prevalgono le ragioni del cuore, del sentimento e dell’impulso. E per il cuore, il sentimento e l’impulso, la nascita dovrebbe rimanere un fatto naturale. Uno dei pochi che la storia dell’uomo ancora contempli in un modo in cui tutto è più o meno manipolato, tutto più o meno modificato.
Ma poi, basta fare una visita agli orfanotrofi per rendersi conto del fatto che – se si ha amore da dare – c’è chi è pronto a riceverlo e che anzi non chiede altro che questo. Perchè ricordiamoci sempre che, a fronte di chi i figli li vorrebbe e non può averne, c’è chi di figli non ne vuole, li ha e li abbandona al loro destino sin dal primo vagito. Questo dimostra che essere genitori non sempre corrisponde ad uno spermatozoo che buca la dura corazza di un ovulo dando il via ad una moltiplicazione cellulare, ma che essere genitori può significare anche andare a cercare un figlio che qualcun altro non ha voluto, nè ha avuto il coraggio o la possibilità di amare.

Alessandra Verzera

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