Eolie, la numismatica racconta l’arcipelago

LIPARI – Sin dalla fine dell”800, grazie al lavoro di ricerca del barone di Mandralisca, gli studiosi sono venuti a conoscenza di una trentina di serie monetali, oltre le diciannove già note, coniate dall’isola di Lipari in età greca.

Gli esemplari più belli e meglio conservati risalgono alla seconda metà del V – inizi IV sec. a.C. Si tratta di litre ed once che presentano da un lato la testa di Eolo – dio della navigazione e dei venti da cui prende il nome l’arcipelago – con barba e baffi e un copricapo semisferico, “pileo”, tipico dei marinai; sull’altra faccia è rappresentato un ornamento a pennacchio, “aphlaston”, che secondo la tradizione veniva strappato dalla poppa della nave nemica da chi se ne impadroniva, come trofeo e simbolo di vittoria. Probabilmente la scelta di incidere questo ornamento sulle monete non è stata casuale; potrebbe riferirsi ad una battaglia, realmente avvenuta, in cui i Liparaioi vinsero. Alcuni studiosi hanno ipotizzato che si tratti dello scontro navale con gli Etruschi che, secondo la tradizione, avvenne tra il 427 e il 413 a.C., quando Lipara, alleata con Siracusa, intercettò ed assalì le navi etrusche, la cui spedizione era stata sollecitata da Atene. In seguito a questa occasione e alle ricchezze pervenute dal bottino, venne inaugurata la zecca di Lipari con la coniazione di queste monete in circa 153 esemplari.

Altre monete successive alle precedenti presentano una diversa iconografia; viene, infatti, raffigurato da un lato il dio Efesto seduto, legato probabilmente all’origine vulcanica dell’isola, e dall’altro un delfino, simbolo prettamente marino. La simbologia marina appare anche in altri esemplari in cui è inciso un tridente, attributo di Poseidon, dio del mare, e sull’altra faccia la testa di una divinità giovane, interpretabile come Apollo, divinità solare .
Su tutti gli esemplari è inciso in senso circolare il nome LIPARAION, a caratteri greci, che significa letteralmente “dei Liparaioi”, sottolineandone dunque l’appartenenza all’isola e ai suoi abitanti.

Queste monete, così come quelle delle altre antiche zecche, danno dei contributi preziosi alle indagini storico-archeologiche perché costituiscono una fonte di informazioni non indifferente.
Spesso, grazie ad esse, è possibile giungere ad una datazione più precisa di un sito oppure venire a conoscenza di particolari episodi che hanno costituito un momento chiave nella storia del luogo e che sono stati fissati. E’possibile chiarire la forma e l’aspetto di edifici che non sono giunti sino a noi, tranne che nelle descrizioni delle fonti scritte; oppure rivelare preziose informazioni sulle tradizioni religiose che vengono messe in risalto dai simboli incisi. I soggetti raffigurati non sono scelti a caso, ma nascondono scopi precisi: esaltazione di un dio, di un imperatore, di un evento, di aspetti legati alla natura e alle attività del luogo.

La stessa curiosità potrebbe essere rivolta alle monete odierne, altrettanto ricche di simbologia ed espressione di un’identità culturale: tale funzione con l’ingresso della moneta unica, scomparirà.
Alessia Pantò