Ecco come sono stati salvati i due mascheroni apotropaici di Villafranca Tirrena (1999)

I mascheroni apotropaici di via Nazionale resteranno a Villafranca Tirrena. La coppia di “faccioni” scolpiti nella fragile pietra arenaria “è custodita nei magazzini dell’impresa che sta realizzando i lavori”, come ha affermato ieri mattina il sindaco di Villafranca Tirrena Domenico Battaglia, dopo aver fatto un giro di telefonate.

Il dottor Battaglia ha rilasciato anche un’altra rassicurante dichiarazione: “Posso affermare che farò il possibile per rendere fruibili i due mascheroni e i portali, concordando la migliore soluzione possibile con l’ufficio tecnico comunale e, naturalmente, con la ditta proprietaria dei due reperti”. Un’operazione simile è stata eseguita nel comune di Torregrotta con ottimi risultati proprio all’ingresso della villa comunale. “ Voglio precisare – afferma il progettista dei lavori di demolizione della casa sui cui esistevano da sempre i due antichi portali, l’ingegnere Antonino Lamberto – che dal canto nostro abbiamo fatto un’opera di salvaguardia dei mascheroni apotropaici. Noi eravamo consapevoli che si trattava di reperti architettonici di un certo interesse e abbiamo provveduto a smontarli con la massima cura. Vorrei anche precisare che, nella fattispecie, la Commissione edilizia, approvando il progetto di demolizione e costruzione del nuovo edificio, ha compiuto un atto dovuto perfettamente legittimo”.


E’ anche vero che il progetto è stato approvato il 17 ottobre 1998, cioè un anno fa, ed è rimasto esposto per un mese all’albo comunale a partire dal 13 ottobre 1999. Del resto non esisteva alcun vincolo storico–artistico o architettonico. Inoltre, in tutto questo tempo, nessuno ha sollevato il problema dei portali; tantomeno l’amministrazione comunale ci ha chiesto di acquisirli per ricollocarli in altra sede. In questo caso – continua l’ingegnere Lamberto – da parte mia, e ritengo anche da parte dell’impresa che sta eseguendo i lavori, ci sarebbe stata la massima collaborazione poiché si è effettivamente dinanzi ad un episodio di interesse generale”.
Soddisfatto della piega che ha preso la vicenda dei due mascheroni è anche il capogruppo della minoranza consiliare, il professore Piero La Tona: “Il nostro interesse non è certo quello di fare polveroni, ma di far sì che un bene appartenente alla cultura popolare di questo paese non venga distrutto o trasferito altrove”.
Quindi tutto è bene quel che finisce bene ma, come accade in questi casi, per brindare è opportuno attendere il giorno in cui sarà inaugurata la nuova sistemazione dei mascheroni apotropaici: oggetti che, nel pieno rispetto della cultura popolare siciliana, sono stati fabbricati ad arte per incutere timore persino agli spiriti maligni e che ancora oggi, ancorché atterrati e al buio di un magazzino, continuano ad ostentare il loro beffardo sorriso.

Francesco Venuto, pubblicato su Gazzetta del Sud  il 13 novembre 1999