Da orcio ad anfora, un contenitore in evoluzione

EOLIE – L’orcio – in siciliano “bùmmulu” – era un oggetto strettamente legato, negli scorsi decenni, al mestiere dell’acquaiolo. Si tratta di un panciuto contenitore in terracotta – smaltata e non -, al cui interno l’acqua si manteneva particolarmente fresca.

Per bere l’orcio doveva essere sollevato e tenuto capovolto sopra la testa: l’acqua usciva da un piccolo foro situato sulla pancia del contenitore. Col passare del tempo, venuta meno la figura dell’acquaiolo, l’orcio cominciò a perdere le sue caratteristiche morfologiche: il foro di uscita dell’acqua divenne più largo e si posizionò non più sulla pancia, ma sulla sommità del contenitore. Inoltre, proprio di fianco alla bocca del contenitore, vennero aggiunti uno o due manici. Insomma, “u bùmmulu” divenne sempre più simile alla “quartara”.

Osvaldo Prestipino Giarritta